Sono le 11. È arrivato il momento del buco di mezzodì. Che si fa? Andiamo a Preglia a fare roba svizzera? andiamo a Vogogna a fare cose italiche? "
Andiamo in deposito" faccio ad Enrico. Mi guarda con una faccia confusa. "
Fidati" gli faccio. "
Chiedere non guasta, poi voglio scoprire alcune cose...". Enrico alza le sopraciglia ma annuisce.
Ci rechiamo davanti al deposito SSIF, dove dalla strada si scorgono le sagome della ABDe 4/4 18 e alcuni carri e carrozze addobbati con la vergognosa targa che ricorda come un memoriale a tutti gli appassionati di che stoffa è fatta la mentalità aziendale italica. La ormai 12enne siepe è cresciuta così tanto da oscurare ogni tentativo di visita esterna al deposito di via Mizzoccola. Ma decido di impuntarmi. Parcheggiamo, suono al citofono, esce una signora chiedendo cosa vogliamo, le spiego le nostre umili intenzioni e dopo un blocco mentale di 3 secondi ci fa "vado a chiedere al responsabile". Nel frattempo ci alloggia nella sala d'attesa come degli ospiti d'hotel in attesa di essere accompagnati alle camere. Sfogliamo due depliant con foto in formato maxi del loro superiperpanoramico e la loro campagna del "treno del foliage".

Pochi minuti dopo arriva il responsabile del segnalamento della linea che ci chiede nuovamente cosa vogliamo. Ci ri-presentiamo e ri-spieghiamo che volevamo solo fare una foto alla ABe6/6 che si abbronzava sotto il sole ossolano. Gli intercetto la domanda se abbiamo i DPI, spiegando che sappiamo come si lavora in ferrovia ma non vogliamo una visita guidata e gli offro di restare su quello che era il marciapiede su cui i viaggiatori prendevano il treno. Ci mettiamo la pettorina ad alta visibilità (sai mai i transiti AV della Vigezzina) e ci accompagna fuori, dicendoci che non ha tempo di seguirci e ci manda un'altra persona. Aspettiamo fuori, osservando con interesse la platea di treni panoramici ABe 4/4 Pp rimessati sotto il capannone, denominati dal personale "Veronesi", per via delle Officine Ferroviarie Veronesi, costruttore di uno dei treni più controversi della storia della ferrovia.

Arriva il responsabile dell'infrastruttura, gentile, che con mio stupore non ci chiede cosa vogliamo e cosa facciamo. "
Mi piace" penso. Insomma gli chiediamo se può gentilmente accompagnarci con manina fino al marciapiede, visto che non abbiamo i DPI. Con una nonchalance ci fa "Certo". Sfruttando spudoratamente la sua generosità scopro le carte, chiedendogli che cosa è successo ai Panoramici e quando è previsto il loro ritorno in servizio.
Intanto riusciamo a scattare la foto desiderata.

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Ci risponde che non è afferrato sul tema occupandosi dell'infrastruttura, ma ci anticipa che hanno un problema alle sale e che devono mandarle giù a Napoli (!) per revisionarle e che se stanno nei piani riusciranno ad avere un treno pronto per ottobre (sono sei in totale).
Devio quindi drasticamente il discorso verso l'infrastruttura per riportarlo nel suo ambito di competenza (comfort-zone), stuzzicandolo con qualche domanda su ANSFISA e relative normative imposte. Iniziò la sua risposta con "eh... da che parte devo iniziare" e finisce il suo discorso con "per me potremmo tenere le ABe6/6 e 8/8 per sempre, sono indistruttibili e non ti lasciano mai a piedi, ma purtroppo non decido io". Insomma avevamo conquistato ciò che rimaneva del suo cuore da appassionato. Lo ringraziamo e lo salutiamo.

Si son fatte le 11:30. Passiamo a prendere il Filippo Altoatesino a Domo FS e ci rechiamo dunque a Preglia, per fare quel che passa. Chiedo ad Enrico se però non passa ancora qualcosa di Vigezzinoso. “
Alle 11:34 a Masera c’è un ABe 4/8”. “
Facciamolo!” gli rispondo prontamente. Manca poco quindi prendiamo il primo punto utile prima di Masera. Ci piazziamo ed arriva.

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Proseguiamo dunque fino a Preglia. Arriviamo in stazione e troviamo il parcheggio completamente pieno, soprattutto di macchine dei frontalieri che si recano in Svizzera in treno la mattina dalle alte valli ossolane. Nel frattempo ci raggiunge Francesco che aveva un impegno. Facciamo un parcheggio creativo e varchiamo i sacri cancelli della stazione. Enrico mi fa "
qua c'è sempre un DM antipatico". "Ah si?" gli rispondo, "
Nduma a vëdde". La porta era aperta. Busso ed entro, c'era un DM giovine, tranquillo, gli chiedo se passa qualche merci: "
Ciao, dovrebbe arrivarne uno da Brig a secondi" mi fa. "Ah!... grazie!" gli rispondo e scappo dall’UM. Faccio un cenno ad Enrico e andiamo a piazzarci a nord del F.V. Nemmeno il tempo di abattere due frasche che arriva la RoLa in deviata.


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“
Alla faccia dell’antipatia!” penso tra me e me. Torno a ringraziare il DM e chiedo se c’è altro. “Per ora un regio per Briga e poi due Eurocity”. Ottimo. È ora di spacchettare i panini. Nemmeno il tempo di godermi l’ultimo morso che inizia a suonare la campanella Leopolder.

Faccio una foto senza grandi pretese al “Nina”, nei suoi ultimi mesi di servizio su Domodossola, addobbata dalle tipiche palme Ossolane, mentre Enrico torna alla fine del marciapiede lato nord.

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Nemmeno un minuto dopo arriva l’accoppiata Molatrice+Rincalzatrice Plasser che torna in stazione per retrocedere nel tronchino. Enrico (sulla destra) la snobba, io… perché no…


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Segue una chiacchierata con il personale di bordo che vedendoci mangiare ci condivide con noi la loro voglia di pranzare. Due battute e ci si saluta.
Passano 50 minuti di relax sulle panchine di stazione. Giusto prima delle 13 arriva un soggetto sulla 40ina. Apre una porta della stazione con il lucchetto e la chiude con forza dietro di se. “Voglia di vivere pioppami addosso!” penso tra me e me. Dopo qualche minuto esce il DM giovane e ci saluta. Successivamente esce l’altro soggetto dalla stazione e passandoci davanti senza degnarci nemmeno di uno sguardo si reca in ufficio movimento e chiude la porta. Era il cambio di metà giornata. Uno scambio di sguardi tra me ed i colleghi e la situazione era chiara: Habemus DM antipatico!

Ci piazziamo per gli Eurocity, notando la ormai foltissima vegetazione…
Passò l’ascendente, dove optai per il casello (o ciò che ne rimane visibile)

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Seguito pochi minuti dopo dal discendente

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Passò ancora un bel combinato con una doppia Re485+Re475 BLS ma in controluce sparato…
Nessun problema. Tanto era ora di Vigezzinare!

Saliamo in valle e mettiamo le tende a Gagnone-Orcesco, dove si incrociano due ABe4/6 con un ABe4/8. Provo a fare una foto-copia fronte…

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… e retro

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Dopo essermi goduto un rilassante pisolino su un praticello in mezz’ombra vengo disturbato da un antipaticissimo Ciriacese che come un bambino che tocca a colpetti un ratto morto con un bastone viene a svegliarmi con “
Feeedeeee, arriva la sei-seeeiii… su! su!”. Che stress questo hobby… Ma si sa che… chi dorme non piglia treni.

Motivato da suoni elettromeccanici, mi piazzo sul lato opposto del prato dove fotografiamo la bella ABe6/6 in partenza. “
Mi raccomando appena fatta si scappa” rigurgita Enrico caldissimo di fare altre foto.


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Detto-fatto, recuperiamo la piccola elettromotrice nei pressi di Villette, tra Malesco e Re, dove la linea ferroviaria è stata spostata dalla sede originaria per fare spazio alla Statale 337.

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“
E mò che fa?” chiedo al gruppo “ci scappa una foto a Re?” Enrico prontamente risponde “
Questa manco 5 minuti e torna”. Insinuando che non vi era il tempo materiale di fare la foto a Re, visto i due PL di Malesco da superare al ritorno.
Ci piazziamo dunque con più calma a Zornasco, per fare il viadotto di Malesco. Nel gruppo si intonano dei “Laterale l’abbiamo già fatta stamattina” gettando merda sulla mia sveglia alle 4:30 di notte per raggiungere Domo alle 8:30… Vabbè… Frontalizziamo l’inquadratura, che infine non era del tutto malvagia.


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Torniamo a Gagnone-Orcesco, dove i ragazzi si piazzano prima del PL, io preferisco farla in ambito di Stazione, dove si ferma, I ragazzi corrono verso di me, ma la ABe va oltre il punto buono per essere fotografata. Spiaze


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Lasciamo andare la 6/6 che si infila nella foresta vigezzonica e ci concentriamo a trovare un posticino adocchiato a Preglia tra una chiacchiera e l’altra per fare la 8/8 con l’internazionale per Locarno.
Andiamo al cimitero di Druogno dove passa prima una ABe4/8

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Seguita dalla ABe8/8

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Partiamo in derapata e raggiungiamo Prestinone, dove non è affatto presto perché il PL è già chiuso e lei è già lì che arriva. Scendi, corri, piazzati, inquadra, Clac!


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Via via! Il ponte di Càmedo (come scopro la pronuncia corretta) ci aspetta. A salire verso il confine si passa da una strada statale ad una mulattiera stretta stretta. Si scorgono le stazioni di Olcio ed Olcio 2 e si passa il viadotto di Ribellasca. La strada era appena stata riaperta dopo un cantiere... pensavo già di vedermi sfilare il treno a fianco ma ce la facciamo in tempo. A Càmedo troviamo per caso gli amici lombardi Andrea, Alessandro e Simone. Una nuvola ci fa tremare per un po' come foglie d’autunno ma si leva in tempo. La foto è fatta.


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Mentre la gang della panda gialla insegue la 8/8 in terra elvetica, noi torniamo con la Suppomobile tranquilli verso Domodossola, passando dai tornanti di Creggio per capire bene dove fare una delle più belle foto della linea.
Voliamo dunque giù a Masera al solito PL, dove faccio una foto alla 6/6 sulla tratta di misura SSIF per l’efficienza dei freni (vedasi i paletti numerati), seguita dalla foto in luce giusta.

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Voliamo a Creggio al posto individuato prima per fare LA foto che desideravamo. Pian pianino la piccola 6/6 rumoreggia iscrivendosi in curva facendo notare la sua presenza. Nel frattempo la squadra piazzata come cecchini punta, mira e ammira:


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Basta, la giornata sembrava finita. Io ed Enrico ci diamo un’occhiataccia e facciamo “
Andiamo!”. Sprintiamo fino a Verigo. Dove saltiamo il viadotto perché in ombra e ci piazziamo sul deviatoio di ingresso in stazione, dove una calda luce serale illumina il delizioso paesino in pietra.

In seguito tornava la 8/8, dove la facciamo? Ci rechiamo al F.V. giusto qualche metro più avanti. Il tempo passava e le ombre raggiunsero prima una rotaia, poi l’altra, infine tutto il binario. I ragazzi tornarono al punto di prima. Io ero affascinato dalla semplicità e bellezza del fabbricato viaggiatori e decisi di giocare al “schiva le ombre”…


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Torniamo con calma in valle, dove abbiamo ammirato agli ultimi raggi la 8/8 che si districava tra le strette curve e sui bellissimi viadotti in pietra. Una scenetta quasi romantica.
Dopo aver preso possesso della branda con un pavimento in legno preoccupantemente scricchiolante ed una doccia AV, era ora della cena. Andiamo in una bettola al centro di Beura, dove ci offrono giro pizza a 3€… Era pure buona, ne prendiamo persino una seconda per la fame (al posto del dolce).
A pancia piena, la stanchezza prende il sopravvento e torniamo alla stanza dove mi addormentai in un batti-baleno…
Segue…