E alla fine c'è riuscito!

Il Cagliani mi ha strappato il racconto di questo mio viaggio, fra Campania e Sicilia, fatto ad Agosto del 2000.
Fu il primo vero viaggione non solo fotografico, ma anche turistico e di vacanza. Perchè fu il primo viaggio nel quale mi accompagnò la mia ragazza di allora

, nonchè mia moglie da 18 anni! Non potevo quindi nemmeno immaginare un giro di solo pane&treni, avrei distrutto il morale e la coppia nel giro del terzo giorno. Quindi imparai a mediare, come ogni apatras coniugato ha imparato fare, volente o nolente, prima o dopo

. Così le foto in alcuni giorni sono poche, magari una o anche zero. In mezzo ci sono tanti bagni al mare, mangiate e visite di paesini e città. Il periodo d'altronde non era nemmeno dei più felici per fare foto: ad Agosto gli orari sono ridotti o sono azzerati: mi pare di ricordare che la FCE era ferma o quasi, perchè semplicemente non mi avvicinai nemmeno alla zona Etnea. Ah, dimenticavo un particolare: in Sicilia ci andai in auto!

La mia fidata Renaut Clio, NERA, no aircon, no airbag, nocazzmazz.
Il viaggio iniziò nella mattinata di Domenica 13 Agosto. Fu un vero disastro, ovviamente. Arrivato non so come a Bologna decisi di prendere l'Adriatica invece che calare a sud via Roma-Napoli. Volevo evitare quel budello della vecchia BO-FI sulla quale avevo rischiato la pelle l'anno prima in una trasferta di lavoro, quando un camion quasi mi spalmò in curva, in galleria.... Ci mettemmo parecchie ore, ma arrivammo comunque in orario nelle Marche, in tempo per fare una sola foto ad un servizio che non avevo mai castigato prima d'ora. Peccato che il sole della partenza e che ci tenne compagnia fino a Bologna lasciò presto il posto a nuvoloni carichi, che ovviamente mi fecero portare a casa una foto molto al limite.... Il treno che cercavo era uno speciale, il Treno della Lirica, che collegava Rimini e Pescara con Macerata. Scopro solo adesso - da internet

- che per portare il pubblico agli spettacoli allo Sferisterio di Macerata, questo treno venne effettuato in periodo estivo, nientemeno che dal 1991 al 2001!!! Dieci anni e io mi sveglio al penultimo, solito beota che sono....

Treno elettrico ovviamente da Rimini e Pescara fino a Civitanova e da qui le carrozze GC in livrea bandiera venivano prese in carico da una doppia simmetrica di 345/343/445 fino a destino. Il 445 era obbligatorio per l'alimentazione dei servizi, l'altra loco poteva variare, anche se a Fabriano c'erano solo 343, è capitato qualche caso con 345. Sempre adesso scopro che nell'ultimo anno, 2001, fu aggiunta anche una coppia da Perugia, quindi un altro treno simile in ingresso da Fabriano fino a Macerata. Ma si può sapere su che pianeta vivevo invece di essere andato là 30 volte????

Invece arrivai in questa domenica nera e nuvolosa. Scattai prima di malavoglia ad una coppia di 668.32 in un bel punto in piena linea, ma mi dissi che sarebbe stato un punto sprecato o inadatto allo speciale, serviva una foto in stazione dove magari avrebbe rallentato un po'.... Scelsi Corridonia. Quando il treno passò la luce era veramente scarsa: ne usciì una foto con grana grande come palle da tennis e leggermente mossa. Altro che alzare gli ISO.....

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Proseguimmo il viaggio verso sud e arrivammo a Termoli dove dormimmo nel primo albergo trovato per strada, vicino al centro storico.
La mattina partimmo verso l'entroterra, percorrendo con molta calma la mitica statale tutta curve e tornanti verso Campobasso, passando sempre lungo la linea più sfigata d'Italia. Orario alla mano, incastrai un passaggio in stazione a Ripalimosani:
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e uno sulla rampa presso Campolieto, col solito meteo che ci inseguiva
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Passammo Campobasso e continuammo diretti verso il Matese. Dopo Bosco Redole, scendemmo nella valle del Sannio, arrivando ad incrociare con un PL la Campobasso-Bosco Redole-Venafro, all'altezza della stazione di Guardiaregia. Mi fermai a guardare sull'orario e di lì a poco sarebbe arrivato un treno. Lo aspettammo.
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Poi iniziammo la salita verso il valico del Perrone, passando per il paese di Guardiaregia. I primi tornanti dopo la diga di Arcichiaro, in un paesaggio selvaggio, fino ad arrivare all'incrocio sul culmine, a Serra del Perrone. Qua è anche il confine Molise/Campania. Iniziando la discesa verso Piedimonte, si capisce subito che la regione è cambiata e che la viabilità secondaria in Campania frega a nessuno: buche, smottamenti, strettoie e quasi subito monnezza buttata a lato della carreggiata. Iris ci rimase molto male, gli dissi di aspettarsi ben di peggio nei prossimi giorni..... Di curva in tornante, fra boschi e rocce, arrivammo fino a San Gregorio Matese. La strada - una provinciale - era usata come parcheggio e il passaggio anche con una macchinetta come la mia era difficoltoso. La discesa si fece aspra, passando per Castello del Matese fino giù a Piedimonte. Ma la meta era ancora lontana, dovevamo arrivare fino a Dragoni. Poco a sud di Alife però ci fermammo. Un cavalcavia invogliava ad aspettare qualcosa della Alifana.... Primo treno in arrivo una 773 ex FS, col sole
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Pochi minuti dopo aver incrociato, ecco il discendente. 880 originale del CTP. Il sole era già scappato, visto il fronte nuvoloso in arrivo.....
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Era già pomeriggio tardi, quindi tirammo dritto fino a Dragoni. Il posto dove avremmo dormito lo trovai su Internet, non so nemmeno come. Non esistevano Booking o Tripadvisor, ne' Googlemaps. Trovato questo strano albergo, telefonai e prenotai per una settimana. Mezza pensione, per due, 960.000 Lire. Arrivammo a Dragoni e iniziammo a cercare il centro del paese. Non trovandolo, chiedemmo e ci indicarono una traversa della provinciale, vicino alla ferrovia tra l'altro. La piazza dove si trovava la Villa De Pertis era quella del vecchio municipio e dera completamente abbandonata: tutte le case e il municipio erano cadenti e puntellate, probabilmente per un terremoto di chissà quanti anni prima. L'unico portone che sembrava la nostra destinazione era quello di una antica villa nobiliare del 600. Suonammo. Aprì questo ragazzo sulla trentina, ultimo discendente della famiglia nobiliare, che portava avanti l'attività anche per mantenere questa stessa villa. Ci portò nella nostra "stanza": dopo aver aperto la porta con una chiave di non meno 15cm di lunghezza, in ferro battuto, ci illustrò il camino largo oltre 2 metri, gli armadi in legno massiccio originali dell'epoca e tutto il resto. La cena fu in cucina, attorno ad una enorme tavolo rotonda, con lui, la cuoca e altri 4 ospiti, due coppie straniere. Un posto veramente da fiaba e per così poco..... Se cerco ora su Google quella piazza non la trovo: è stato tutto ricostruito e anche la villa è stata ristrutturata per assomigliare più ad un albergo, peccato.
Martedì 15 decidemmo di puntare subito verso Napoli. In questo modo ero sicuro di trovare comunque un po' di cose da fotografare fra tram e filobus e poi ci saremmo fatti un giro per il centro. Ricordo che scendemmo fino in città con la macchina, parchegiando lungo via Nuova Marina. Pensavo di poter prendere il primo tram per arrivare poi almeno a vedere il Maschio Angioino. In questo percorso Iris rimase sconcertata da quanti senzatetto africani dormissero nelle aiuole lungo via Marina, facendo bisogni e lavando vestiti come se niente fosse.... Aspettando il tram ricordo un netturbino con il triciclo: i secchi erano bidoni metallici di recupero e usava al posto della paletta un pezzo di cartone. Si potrebbe dire... UANM... Un paio di scatti ci scapparono (vabbè, più di un paio....):
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Dal castello andammo a piedi verso la stazione. Buttai un occhio a Napoli P.zza Garibaldi, capolinea della rete SFSM. Non ero mai stato. Vabbè, un posto strano: treni quasi tutti uguali, con una frequenza da metropolitana. Qualcosa riuscii a cavarne:
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Poi andammo lì vicino, a Napoli Centrale. Non c'era molto. Una 464 nuova fiammante, una 656 in manovra. Un ETR 500 pellicolato e una 803 giallorossa che sembrava verniciata di pacca, con logo arancio frontale, preso fra le scorte delle 724:
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Arrivammo a prendere la metropolitana - allora l'unica che c'era - con le 724 FS. Scendemmo a Mergellina dove scattai qualche foto, anche ad un inaspettato ETR.450:
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Scendendo le scale, arrivammo a Piazza Sannazaro, dove prendemmo un tram verso Fuorigrotta. Percorrere una lunga galleria a bordo di un tram, coi finestrini aperti e l'umidità che entra da ogni apertura, con lo strano fragore metallico dell'asta e rotella fu veramente impressionante! Scendemmo alla prima fermata dopo la galleria e scattai questa:
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Poi arrivammo fino al capolinea presso la stazione di Campi Flegrei per fare altre foto tranviarie. Prendemmo la prima vettura in partenza e restammo sul tram a lungo. Passata Riviera di Chiaia, scendemmo in piazza Vittoria per un'altra foto e da qui tornammo fino alla nostra macchinetta a piedi.
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Eravamo a pezzi per il caldo e la fatica, ma a Dragoni l'aria fresca della collina faceva passare subito tutto....
(segue)