(continua)
E' domenica 27, stiamo a dormire? Non se ne parla!

La colazione si, qualche compera per mangiare e bere, ma ho un appuntamento col viadottone di Xirbi! Avrei fotografato quello che dall'orario sembra un servizio curioso, ovvero una corsetta a/r fra Caltanissetta Centrale e Xirbi. Speravo avesse materiale interessante, visto che se fossi andato a fare diretti da/per Agrigento potevano essere solo 582 strafatte, se avessi fatto lì la Freccia del Sud non sarei più riuscito ad inseguirla come volevo. E quindi alle 9.00 siamo qui, a veder la stazione e questo treno per Gela
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Arrivammo finalmente sulla collina giusta e restammo in attesa, con souvenir....

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E poco dopo ecco cos'era quel materiale!
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Il fatto che alle 10.00 di mattina lo sfondo sembrasse quello della pianura padana a Novembre non lasciava presagire una giornata esattamente rinfrescante....

Ce ne andammo, cercando la prima stazione dove la Freccia potesse essere in luce decente. Se ci ripenso ora - che non ho più potuto tornare al viadotto sul quale quindi ho solo quella microscopica 668..... E vabbè. Alle 10.40 più o meno ecco l'espresso passare per San Cataldo!
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Partimmo al volo. Altra stazione buona? Gran domanda... a guardare l'Atlante De Agostini poteva essere Aragona Caldare. Che con sto caldazzo invogliava parecchio.... Arrivammo persino in anticipo rispetto al treno, col tempo di andare in un micro bar fuori dalla stazione per una granita da finire sotto l'ombra degli alberi. Poi la campanella mi riportò all'ordine. Ecco la Freccia in arrivo:
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Guardai l'orario e vidi un treno da Agrigento per Catania nel giro della prossima mezz'ora. Segretamente speravo potesse essere una 668, dalle foto che avevo visto sulle riviste. Provai la stazione di Comitini Zolfare (e daje, zolfo, caldare...

). Era un diorama, con scritte vecchie e cadenti e binari marci come piacciono a me. Aspettai il treno e arrivò la solita 582. Vabbè, sono qui, gli scatto un foto:
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Iris era in auto all'ombra ad aspettarmi. Ma la 582 non si mosse, ne' gli davano il verde. Iniziai ad agitarmi e quando poi la campanella cominciò a suonare, quando in orario non era previsto nulla, diventai il robottino di Sozziana memoria.

Che fare, che fare??? Di certo sul terzo non arriva, sul primo fa schifo, poi con la 582 strafatta... Scattò la corsa sulle traversine per guadagnarmi un punto in linea verso Agrigento. Appena fuori dalla stazione il paesaggio era subito lunare e bellissimo. Adocchiai le colline e provai la rampicata. Avevo i polmoni in gola e con la frescura che c'era avrei potuto stramazzare sull'erba gialla

. Riuscii a riprendermi giusto per osservare il lento ingresso in deviata di un MERCI!!!! Dentro di me mi ripetevo: se sbagli 'sta foto sei scemo, se sbagli 'sta foto sei scemo. Eccolo che riparte, lentamente l'ululato così tipico dei motori delle 636 sale di volume, clac! Spettacolo!!! Ma si, anche di coda, che mi frega!!!!

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Avevo perso 5 kili. Quando tornai in macchina, Iris mi chiese anche lei sorpresa se avevo visto il merci

. Amore mio

. Andando via dalla stazione le dissi che lo avevo beccato, da là, indicando la collina dove ero finito. Attimi di silenzio. E ora? Dove poteva andare 'sto mercino? L'unica è Agrigento. Passando sul viadotto Imera della statale, Iris lo vide fermo in stazione Bassa. Così uscii al primo svincolo e feci le strade della zona sui 100 all'ora. Arrivai in stazione e scattai al volo un paio di foto
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Chiesi in stazione dove andasse e mi dissero che terminava qui. E io che - stolto ignorante - speravo scendesse nientemeno a Porto Empedocle!!! Una linea della quale non si sapeva quasi nulla, eccetto di servizi passeggeri eclatanti, ma roba di primi anni '90..... E volli andare lo stesso a Porto Empedocle, magari c'è qualcosa di bello. Così scendemmo giù ed entrammo furtivamente nella stazione abbandonata. Un ambiente veramente insolito: polveroso, secco, rotaie rugginose ma file di carri, catenaria semi nuova ma ancora segnalamento meccanico e scambi a mano. Vagai per un po', fotografando a dischi girevoli degli scambi, alle rotaie con date stravecchie, alle file di carri accantonati. Poi scorsi l'ultima reliquia e scattai

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Tornammo in città alta. Consapevole dei ricordi non esaltanti che Iris abbinava ad Agrigento, ai templi, non proposi nemmeno di andare a fare i turisti. Restammo seduti ai tavolini di un bar a papparci un gelato per tirare l'ora. Poco prima delle 16 infatti partiva la Freccia del Sud e avrei voluto farla. Scendemmo in stazione e cazzeggiai. Mi stupì il trovare un microbo di 214 agganciato ad un treno di carri chiusi non indifferente. Gli scattai un paio di foto. Ci arrivo solo adesso al suo probabile utilizzo: portare carri demolendi giù a Porto Empedocle. A vederlo lì pronto si direbbe che nei giorni successivi avrebbe fatto una tirata, ma allora non mi passò nemmeno per l'anticamera del cervello.... Presi un paio di foto alla Freccia prima che partisse, con la rottura di qualche nuvola di calore di troppo
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Tornando verso Enna, facemmo sosta a Canicattì. Un espresso che inverte la marcia con manovra della loco non mi sembrava già allora molto comune.... La luce non era il massimo in stazione ma la scena era impagabile: decine di persone attendevano il treno, già bello carico di suo. Un viaggio che probabilmente oggi non farebbe più nessuno. Ma solo 20 anni fa non c'erano bus di linee mafiose o improbabili voli da aereoporti di quint'ordine. E quindi, tutti sul treno!

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La 636 che sto cacciando da stamattina in manovra sola soletta fu l'ultima foto di questa giornata bollente.
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(segue)