La mattina del giorno dopo - Lunedì 8 Maggio - all'alba sono già a rompere le palle a Benevento Appia. Il DM non è molto sopreso di vedermi già alle 6.30..... mi offre un caffè che bevo a razzo: non voglio certo perdermi la luce spettacolare che sta uscendo e alle 7.00 devo prendere il treno! Così ringrazio e inizio a saltellare qua e là in deposito. Faccio qualche scatto alle vecchie OMS e alle Firema ferme; non si può molto perchè il DL è piccolo e la roba parcheggiata è parecchia. Le OMS mi dicono che fanno pochi treni, oggi solo una coppia! Fra le foto, metto le due dei locomotori: il Le.21 costruito in esemplare unico apposta per la SFS/FBN e il Le.22 ex SIFT Piacenza.
[ Attachment: You are not allowed to view attachments ]
[ Attachment: You are not allowed to view attachments ]
Dietro al Le.22 si vede il complesso binato elettromotrice + rimorchio - che da idiota non so per quale motivo non ho fotografato... - che ha una storia davvero complicata....
Nata come elettromotrice AEz nel 1932 per la STEFET poi ACIT Pisa-Tirrenia-Livorno, ha lavorato fino alla chiusura della linea nel 1960 insieme al rimorchio che le è abbinato, nei suoi colori bianco/rosso e telaio nero:
https://www.photorail.it/forum/index.php?action=gallery;sa=view;id=11299Quasi tutto il materiale ACIT finì comprato dalla SEPSA di Napoli, nel 1962. Le elettromotrici e i rimorchi vennero ricostruiti nella cassa e abbinate in modo semi-permanente ai loro rimorchi dalla officine SACFEM presso Arezzo, costituendo 3 complessi M+R. Sulla SEPSA questi treni fecero servizio dai primi anni 60 fino al 1978, quando vennero venduti alla FBN Benevento-Cancello, dove cambiò solo il colore e l'allestimento dei sedili.
https://www.photorail.it/forum/index.php?action=gallery;sa=view;id=13751https://www.photorail.it/forum/index.php?action=gallery;sa=view;id=13223Sulla FBN lavorarono dal 1979 alla fine del 1986, soppiantati dall'arrivo dei nuovi treni Firema. Visto che erano già poco utilizzati, a Febbraio del 1985 il binato Ep.202 + R.022 venne mandato a Genova, dove la ditta EAA lo equipaggiò sperimentalmente di un azionamento elettronico con tiristori e nuovo cassone per la dissipazione sul tetto. Così equipaggiato e con ancora la cassa originale, venne provato a Marzo 1985 sulla Alessandria-Genova via Ovada (!!!). Nel 1986/87 venne completamente ricostruita la cassa - se non sbaglio dalla Fervet - e il treno nel suo nuovo look venne ritornato alla FBN a Benevento nel Giugno 1987, compiendo il viaggio Genova-Benevento coi propri mezzi! Là arrivato e ormai rimasto l'unico della sua piccola serie (gli altri 2 binati erano già stati demoliti) venne provato sulla Benevento-Foggia e poi sulla FG. A Dicembre 1987 era a Firenze per prove e misurazioni elettriche. Queste prove si protrasseo per parecchio tempo, visto che nel 1989 era in deposito ad Arezzo LFI:
https://www.photorail.it/forum/index.php?action=gallery;sa=view;id=11232Non so in che anno venne restituito alla FBN, la quale ovviamente non sapeva più che farsene. In servizio effettivo non rientrò mai, rimanendo sempre accantonato a Benevento, dove lo beccai di striscio. Pochi anni dopo venne portato alla stazione di Arpaia e lì demolito.
Torniamo al viaggio.... Saltai sul treno dopo aver ringraziato e arrivai fino a Cervinara, non senza aver prima incrociato a Tufara un treno con elettromotrice OMS, dove scesi di corsa dopo aver visto dal finestrino che esisteva ancora accantonato un complesso M+R di elettromotrici ex SIFT Piacenza-Bettola, penso l'ultimo rimasto. Feci foto al mio treno in stazione e poi al povero relitto.
[ Attachment: You are not allowed to view attachments ]
Mi incamminai sulle stradine secondarie in cerca di un punto in linea e trovai un raro scorcio abbastanza laterale. Appena arrivò un Firema ovviamente calò una nuvoletta sul sole.....
[ Attachment: You are not allowed to view attachments ]
Poi tornai in stazione perchè dopo pochi minuti sarebbe passata la Freccia del Molise, con la sua quadrupla di ALn 668.1800. Volevo che si vedesse la stazione, nonostante la luce fosse dalla parte sbagliata...... Ovviamente sarei potuto andare dall'altro lato, ma il solerte CS che vedete mi cazziò ancora prima di esprimere il pensiero......
[ Attachment: You are not allowed to view attachments ]
Appena fuori dalla stazione c'era uno scorcio agreste abbastanza carino e ci ricavai qualcosa, nonostante la luce quasi verticale:
[ Attachment: You are not allowed to view attachments ]
Rimasi vicino alla stazione perchè subito dopo sarei dovuto salire su un treno diretto verso Cancello, dal quale scesi a Santa Maria a Vico, dopo aver attraversato la tratta più bella e selvaggia della linea, fra Arpaia e Santa Maria. Qui mi incamminai sulle stradine del Rione Mobilia. La linea infatti - in direzione Benevento - compie un ampia curva a ferro di cavallo ma io non avevo esattamente la voglia di farmela tutta lungo il binario. Così seguì le varie strade che più o meno ricalcavano la geografia della ferrovia. Arrivai ad un PL appena finita la curva e da lì entrai nella sede della ferrovia e iniziai a seguirla fino ad un punto che avevo visto dal finestrino. Erano le 10 e il primo treno - che forse sarebbe stata la OMS - sarebbe stato solo alle 12.30. In due ore e mezzo buone avevo tutto il tempo per arrivare.
Questa parte è nota a tante persone, è raccontata in un articolo sul sito del 2006. Copia incollo e chi vuole passi pure oltre.....
Continuando a camminare arrivai in un punto a mezzacosta presso la frazioncina di Ruotoli. Qui mi trovai di fronte ad un portale di galleria. Era in rettilineo perchè si vedeva la luce dell'uscita ma era anche abbastanza lunga. Controllai ancora l'orario grafico e vidi un buco d'orario di circa un'ora, sufficiente a permettermi il passaggio in galleria per fotografare il treno successivo. L'alternativa era rinunciare alla foto e accontentarmi di uno scatto simile ai precedenti o aggirare la montagna attraverso parecchi chilometri di strade e sentieri. Scelsi la via breve, raccolsi un ramo da terra, sistemai l'orario ferroviario nella tasca della borsa fotografica e accavallai alla tracolla di questa la giacca mimetica che mi riscaldava nelle prime ore del giorno, quando ero già in giro a far foto. Iniziai ad entrare nel tunnel.
Era molto buio e la luce dell'uscita era in realtà solo un'illusione tanto era lontana: non filtrava nessun raggio di sole che mi permettesse di vedere all'interno e andai avanti camminando in mezzo al binario e strisciando il ramo lungo il muro laterale per cercare di tenermi sempre parallelo. Gli occhi erano sbarrati, come in cerca di un barlume luminoso che mi aiutasse a capire dove poggiavo i piedi. Sin dai primi metri notai - come uno stupido, aggiungo ora - che la galleria rispecchiava pienamente la filosofia di linea concessa construita in economia: non c'era nessuna nicchia di salvamento per gli eventuali operai che lavorassero all'interno. Ma non me ne curai. La galleria è lunga circa 450 metri, sembravano un'eternità, e probabilmente me ne mancavano 100/150 da percorrere. Ero abbastanza sollevato di avvicinarmi alla luce dell'uscita, buttai il ramo e in questo momento sentii un suono di tromba. Un brivido mi corse lungo la schiena, mille pensieri si affollarono in testa: era un camion? Mi ero sbagliato e non era una tromba? Che faccio? Ogni dubbio sparì quando un paio di fari apparvero lentamente da dietro al curva al di fuori della galleria. Un treno cantiere! Che faccio? Avanzava verso di me, non potevo certamente corrergli incontro sperando di uscire prima dalla galleria! Iniziai come un topo in gabbia a correre indietro sui miei passi, nel buio totale, in mezzo alle rotaie, inciampando sui sassi. Mi cadde la borsa della macchina fotografica e la raccolsi a tentoni mentre fissavo atterrito i fari di quel bestione diesel che si avvicinava lentamente. Anche a correre non ce l'avrei mai fatta! L'unica salvezza era ragionare. Mi appiattii lungo la parete, a gambe e braccia aperte, nel tentativo ridicolo di occupare meno spazio possibile. La locomotiva si avvicinava, con le bielle laterali della trasmissione che mi facevano più paura che tutto il resto, col rimbombare del motore nella galleria. Fortunamente il guidatore si era già accorto di me e forse era già abituato ad avere gente in mezzo alla via, magari pastori o contadini che usavano la ferrovia come scorciatoia. Così rallentò ancora di più e si avvicinò a me. Si sporse dal finestrino e urlò cercando di sovrastare il rumore del motore di non muovermi. Passò. Intuii dallo spostamento d'aria sulle mie gambe sudate il movimento delle bielle. Se ne andò.
Rimasi lì, alcuni minuti fermo, in silenzio, pensando a cosa avevo scampato. Ero ancora abbastanza vicino all'uscita. Tornai sui miei passi e mentre camminavo con la mano sentii di aver perso giacca e orario. Con la poca luce che arrivava dall'uscita guardai bene in mezzo al binario e recuperai tutto. Uscii. Aria aperta, respirai a pieni polmoni, cercando di calmarmi. Orario e giacca non si erano rovinati, nemmeno sporcati. Mi sistemai e appena fuori dalla galleria mi appostai su una collinetta presso un vecchio casello diroccato. Lì rimasi seduto per un'ora buona, meditanto su ciò che era successo, quando passò il treno che aspettavoLa foto sudata è questa:
[ Attachment: You are not allowed to view attachments ]
Scesi dalla linea in mezzo alle vigne e arrivai ad una strada e da qui con passo molto svelto impiegai 10 minuti per tornare indietro ad un PL, da dove mi guadagnai un punto in mezzo al bosco per il prossimo treno, che arrivò quasi subito
[ Attachment: You are not allowed to view attachments ]
Qualche centinaio di metri più indietro non riuscì ad organizzarmi uno scatto migliore per il ritorno della Freccia del Molise, la luce era alta e perpendicolare.....
[ Attachment: You are not allowed to view attachments ]
Altro treno dopo 20 minuti e altra inquadratura agreste, con gli orticelli coltivati e nascosti dagli alberi
[attachment=10]
Finalmente tirai il fiato. Tornai al primo PL e da lì scesi fra i vicoli della frazione, arrivando in stazione per le 14.00. Saltai su un treno diretto a Benevento. Ne discesi in stazione a San Martino Valle Caudina, vista nel viaggio di andata. Avevo un treno dietro di me per Benevento dopo solo un'ora....
[attachment=11]
Arrivai in stazione a Benevento FS verso le 16.30. Il meteo si era guastato e l'ultima foto di questa giornata all'insegna del rischio è senza sole. Ma vista la pesante composizione del treno, scattai lo stesso:
[attachment=12]
(continua)