Continuo un po', specificando che non tutto quello che scriverò corrisponderà al vero.
Dicevamo che eravamo entrati nella provincia autonoma della Vojvodina, nel nord della Serbia.
Abbiamo attraversato un confine, non siamo più in Europa, religione ed etnia dovrebbero essere diverse, eppure lungo le strade dei villaggi vediamo i banchetti di angurie che sono identiche a quelle croate. E sono angurie giuste, oltre i 15kg e rotonde, perchè nella provincia autonoma di Treno si trovano solo quelle sfigate piccole e ovali?
La mia ammirazione cresce di banchetto in banchetto, ma vengo anche distratto dalla presenza diffusa di 128 e derivate.
Mi sembra di essere tornato indietro di 30 anni, anzì peggio perchè in Italia da bambino vedevo anche le 500 e le 127, qui la scelta è ridotta a qualche 600, 125, 126, 1300 e soprattutto 128. In Slovenia non era così, in Croazia c'era qualche presenza, ma qui è un susseguirsi di 128, tutte col loro bravo portapacchi e gancio di traino.
Che spettacolo!
Il primo paese che incontriamo è Sombor, le strade sono alberate da grossi platani che riparano dalla canicola e nascondono un po' le bruttezze create dall'uomo. Puntiamo alla stazione e nel piazzale non posso non parcheggiare di fianco all'immancabile 128.
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Il fabbricato è decrepito sia esternamente, sia internamente, nel piazzale ci sono solo dei carri chiusi sfondati. Un cartello indica il divieto di fotografare, forse in passato aveva un significato, adesso sembra chiedere pietà per le condizioni in cui versa la ferrovia. Per me il significato però è: cosa vuoi fotografare qui che è lo spettacolo è fuori! Infatti torno ad ammirare il mezzo meccanico e i suoi interni accessoriati
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Andiamo a dormire a Backa Topola in un posto che scelgo a caso. E' un posto elegante e pulito, mi sa che ci costerà un occhio, infatti spara 2500 qualcosa. Mentre penso a come si dice sconto, converto il prezzo in euri e sono solo 22

Si rimane lì anche a cena e faccio come i russi in ferie: scelgo dal menù incomprensibile le cose più care

Il mattino successivo dobbiamo fotografare dei trenini internazionali tra Novi Sad e Subotica, 100km di linea elettrificata che tutti i treni percorrono in 2 ore e 40

Percorriamo un chilometro e mezzo di tratturo polveroso per piazzarci in un raro punto non infrascato, ma non arriva nulla. Il regionale ritarda di 40 minuti e viaggia a 40km/h, è un plasticone moderno ma potrebbe essere l'unica cosa che vedremo.
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Confrontando orario e cartina noto che ci sono più fermate che paesi attraversati, in particolare c'è la fermata di Mali Beograd che non riesco a localizzare. Ora che vedo il satellite scopro che la fermata era in corrispondenza del PL di sfondo che avevamo percorso: nessun cartello, nessun marciapiede o rialzo di terra, solo massicciata e frasche a un chilometro e mezzo da un villaggio. Clari Vii in confronto è un hub
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Attendiamo i trenini internazionali da sud, invece arriva qualcosa da nord. E' un cazzillo della IE identico a quello del racconto di Carlone. Devono averlo allertato quelli del regionale plasticoso, la porta già aperta è un chiaro segno delle loro intenzioni
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Scendono 2 energumeni, io faccio un gesto come per dire:
vedete che aspetto ho? Sono dei vostri. Prendetevela con lui che è più giovane e ha la carne più morbida. Finito il massacro, aspettiamo il prossimo passaggio. E' un pericolosissimo misto di gas e altre merci comburenti trainato da una 444, la versione elettronica delle più vecchie 441.
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Attendiamo ancora, intanto la luce diventa caccolosa. Dallo stradello polveroso vediamo arrivare una nuvola di polvere con dentro una 128. Ma non è sola, c'è un'altra automobile dietro, è chiaramente uno squadrone che viene a pestarmi per essermi spacciato per uno di loro.
Transitano davanti a noi alla stessa velocità dei treni....la 128 sta trainando con una corda una R5 con dentro 4 persone che piuttosto di morire asfissiate dalla polvere, hanno scelto di morire di caldo sigillando i finestrini.
Le altre foto le lascio a Jacopo.
Nel pomeriggio abbiamo un appuntamento per visitare il deposito di Subotica coi suoi Sinobus.
Prima però ho il tempo di cercare il tram monumentato in centro. Proviene dalla rete di Lubiana chiusa nel 1958 ed ha viaggiato fino al 1974, anno della chiusura anche della rete di Subotica.
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La visita al deposito, l'incontro e la chiacchierata con l'ingegnere serbo sono stati interessanti, ci spiega che la velocità della linea verso Novi Sad in passato 120km/h, ma a causa della mancata manutenzione è ora ridotta a 40. Avevo notato infatti parecchie traverse ci cemento crepate e molte caviglie mancanti. Andiamo a rifocillarci

alla maniera russa

in una pasticceria.
Poi migriamo presso un tennis club della Belgrado bene, dove con 16 euri ci toglieremo la polvere di dosso. Per la cena troviamo un ristorantino in collina con l'orchestrina, la birra scorre a fiumi, ma l'acqua difetta così dovranno portarmi 4 bottigliette da 0,25 che neanche all'asilo.
Il mattino dopo è ferragosto, quindi andiamo a far foto a treni. Ai soliti trenini internazionali, che sono in ritardo anche se hanno origine a 20km dalla stazione in cui ci piazziamo.
Passa per esempio questo Belgrado-Sofia che 2 giorni a settimana ha in composizione delle vetture russe. Scruto le ultime 2 vetture per salutare gli amici russi: ehi magnati, anch'io sono dei vostri!
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Come sempre non passa tutto quello che era previsto, perciò decidiamo di puntare a tutta un'altra situazione.
Siamo a Vreoci, attraversiamo un PL presso la stazione e vediamo questa scena sugosa
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un treno di carbone di una compagnia privata pronto a partire per la centrale elettrica che andrà a rifornire e a sinistra un binario a doppio scartamento con i binari del ridotto lucidi. Alla vista del trenino sullo sfondo anche gli occhi diventano lucidi, quindi c'è solo cosa da fare
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