Post recenti

Pagine: 1 2 3 4 5 [6] 7 8 9 10
51
Il PIAZZALE / Re:Photorail: gli articoli mensili del 2006
« Ultimo post da Praz© il 02 Marzo 2025, 11:57:56 »
MARZO - "La ferrovia Prealpina" di Claudio Vianini

Introduzione

I grandi progetti ferroviari avviati e finanziati in questi tempi riguardanti l’alta velocità da una parte (in particolare la Torino-Lione) e le trasformazioni e rifacimenti dei trafori del Gottardo e del Lötschberg dall’altra, fanno tramontare definitivamente un progetto riguardante un percorso alternativo, dimenticato da tempo, il collegamento diretto tra Torino e il Sempione, conosciuto nel passato come ferrovia prealpina. Eppure, come vedremo, esso ha fortemente condizionato lo sviluppo della rete ferroviaria in Piemonte e nel novarese in particolare e ancora oggi avrebbe un senso ripescarlo, perlomeno in parte.

Le Vicende

I progetti per la costruzione di un sistema ferroviario in Piemonte si susseguono parallelamente all’insediarsi e al consolidamento del Regno di Sardegna prima, e del Regno d’Italia poi. La prima direttrice imposta dai mercati coinvolgeva Genova con il suo porto e la possibilità di collegarlo all’interno. Inizialmente l’intendimento è di raggiungere il Po o la Lombardia. Si tenga conto però che contemporaneamente si sviluppa molto rapidamente il porto di Marsiglia, con le ferrovie già operative per la Svizzera e la Germania. C’è anche la concorrenza di Venezia ben presto collegata per ferrovia a Milano. Allora le intenzioni si ampliano ipotizzando collegamenti verso i laghi e oltre le Alpi, per giungere in Svizzera e nei mercati dell’Europa centrale.

[ Attachment: You are not allowed to view attachments ]

Sotto il regno di Carlo Alberto nel 1837 è costituita la prima Commissione con il compito di esaminare le proposte. Una linea diretta per Alessandria, Novara e la Lombardia sarebbe il collegamento più efficace, ma taglierebbe fuori Torino, quindi la soluzione è di un progetto di una linea per Alessandria, da cui si sarebbero diramate due direzioni per Torino e per Novara e il Lago Maggiore. A quasi vent’anni dall’insediamento della Commissione, tra il 1854 e il 1856, le linee Genova-Alessandria-Torino e Alessandria-Novara sono inaugurate; il tratto per Novara vede molte controversie per il tracciato e, considerando anche che siamo nel pieno del Risorgimento e delle guerre d’Indipendenza, si spiega un tempo così lungo per l’attuazione di direttrici così importanti. Il proseguimento da Novara al Lago Maggiore vede altrettante controversie. Si prevede una connessione con Momo e poi una diramazione per Arona e, lungo il lago d’Orta, per Pallanza. La linea è caldeggiata dagli imprenditori locali, ma i costi sembrano eccessivi e si opta invece per una linea diretta via Oleggio verso Arona. Anche questa tratta vede a luce nel 1855. Il lago è così raggiunto, e sono possibili trasbordi della merce con i battelli e le chiatte. Con l’avvento del Regno d’Italia, il Piemonte è dotato di una fitta rete di linee, la più densa del paese, e nella sola provincia di Novara (che allora accorpava Vercelli, Biella e l’Osssola) è in funzione un settimo di tutta la rete nazionale, vale a dire oltre 260 km. Il tracciato della linea della Valsesia conosce tempi lunghissimi di attuazione, il progetto iniziale è del 1856 e l’inaugurazione della linea è solo del 1886. In ogni caso, il fabbricato di Varallo è disposto a lato dei binari in vista di un proseguimento della linea. La prospettiva della ferrovia prealpina, l’interesse degli industriali della zona ormai convinti dai vantaggi del nuovo mezzo e la necessità di prolungare la linea verso altre mete e renderla più efficiente promuovono nuovi progetti. Nel frattempo nel 1880 era stata terminata la tramvia da Vercelli ad Aranco, nei pressi di Serravalle, in sostituzione del progetto ferroviario originario.

[ Attachment: You are not allowed to view attachments ]

La Vercelli-Aranco fa parte delle linee tramviarie vercellesi, che costituiscono un fitta rete di comunicazione minore, economica ed efficiente. Passando in rassegna i vari progetti, notiamo in particolare il tracciato della prealpina, impegnativo tecnicamente. Esso richiederebbe molteplici tratti in galleria prendendo di taglio diversi costoni. Dalla Valsesia alla linea del Sempione si progettano molti percorsi alternativi di cui menzioniamo le due soluzioni più realistiche e interessanti, il percorso Roccapietra-Omegna e il progetto Biglia previsto a scartamento ridotto. In entrambi i casi è da rilevare anche l’intento localistico di collegare la Valsesia al bacino del Cusio indipendentemente da percorsi a lungo respiro. In alternativa alla prealpina viene redatto un secondo progetto che prevede un taglio di 6 km sotto la Serra d’Ivrea. Il percorso segue poi l’andamento del terreno passando per Cossato (questo tratto sarà effettivamente costruito dalle FEB a scartamento metrico italiano), raggiunge Crevacuore, poi incrocia la nostra linea arrivando a Gozzano dove si innesta finalmente sulla linea del lago.  Merita un accenno pure la linea Varallo-Alagna. Il progetto prevedeva la trazione elettrica. Si arrivò quasi in porto risolvendo i problemi connessi all’alimentazione elettrica, espropriando anche l’area della stazione capolinea che sarebbe dovuta sorgere di fronte a quella della Varallo-Novara.

Di tutti questi progetti si attuarono:

·        la ferrovia di Vallesessera;

·        il brevissimo tratto Gozzano-Alzo;

·        la Biella-Masserano.

Nessuna di queste linee oggi è ancora esistente e quindi non esiste un collegamento ferroviario diretto tra Biella e la Valsesia, né tanto meno tra Torino e il Sempione. Per quanto riguarda la Grignasco-Coggiola, o ferrovia di Vallesessera, essa fu costruita lungo un percorso che costituiva una parte dei progetti descritti in precedenza. Una siffatta linea, mai estesa, né completata, e per giungere almeno fino a Biella ci sarebbe voluto poco, si rivelerà ben presto un ramo secco. Si tenga conto che anche in questo caso assistiamo a tempi biblici per la realizzazione: ideata nel 1883 la linea vide la luce solo nel 1908. Stiamo parlando di uno sviluppo complessivo di 14,503 km, con una pendenza massima del 17 per mille e un armamento leggero di 27.6 kg/m. Della Gozzano-Alzo e dei suoi quasi 8 km, il ramo fu secco appena inaugurato. L’uso della linea fu confinato al trasporto del granito e in nessun modo fu previsto un servizio regolare passeggeri. Con un po’ più di lungimiranza poteva essere inscritto nel disegno complessivo di collegamenti più razionali tra il lago d’Orta e la Valsesia stessa. Per quanto riguarda la Biella-Masserano, facente parte della rete FEB a scartamento ridotto, è interessante rilevare il concorso pubblico alla sua realizzazione, una vera e propria colletta popolare effettuata nel 1929; la sua realizzazione fu attuata in previsione di un collegamento verso Gattinara dove si sarebbe dovuta innestare alla tramvia da Vercelli. Con la cessazione progressiva di tutte le linee FEB, anche questa, anziché svilupparsi ulteriormente ed avere uno sbocco che ancora oggi potrebbe essere impiegato, si estinse.

Prospettive

Scrivo allora queste considerazioni finali convinto che non se ne farà mai assolutamente nulla. Della prealpina, tanto desiderata nell’Ottocento, non si sente più parlare. Novara insiste infatti più su Milano che su Torino, nonostante la nuova linea TAV di collegamento diretto, i traffici commerciali internazionali prendono altre direttrici, si pensi agli importanti collegamenti ferroviari e stradali con la Francia. Il traffico stradale raggiunge punte insostenibili sia in Valsesia, sia lungo la statale che collega la valle al biellese. La linea per Varallo è in odore di chiusura, molte corse già oggi sono effettuate da autobus sostitutivi. E allora, varrebbe la pena di riconsiderare almeno due direttrici: un collegamento diretto tra Ivrea, Biella e la Valsesia; pochi costi e uno sbocco da Novara alternativo alla Novara-Biella; il proseguimento della ferrovia da Varallo almeno fino ad Alagna, se non per Gressoney o Cervinia; si pensi al richiamo per gli sciatori nella stagione invernale, con orari pensati appositamente. Faccio notare che linee simili funzionano perfettamente in Svizzera da almeno cent’anni (!): perché loro sì e noi no?
52
Il PIAZZALE / Re:Photorail: gli articoli mensili del 2006
« Ultimo post da Praz© il 01 Marzo 2025, 20:07:12 »
FEBBRAIO - "Ragusa e i treni"

La bellissima città barocca di Ragusa, nella Sicilia sud-orientale, è servita dalla ferrovia sin dal 18 Giugno 1893. In quella data fu infatti inaugurata la tratta Comiso-Modica, facente parte di un più lungo itinerario che ancora oggi circumnaviga tutta la parte a sud della Sicilia, da Siracusa fino a Licata e poi oltre fino a Canicattì. L'apertura di questa lunga tratta di 264 Km avvenne per tappe, a partire dal 1886. Proprio la parte fra Modica e Ragusa fu la più difficile e complicata da costruire, a causa dell'orografia della zona: la ferrovia da Siracusa dopo aver passato le stazioni di Pozzallo e Ispica, piega a nord per infilarsi in uno stretto vallone roccioso in cui si trova Scicli e la sua stazione. A mezzacosta, fra gallerie e ponti, il binario serpeggia da un lato all'altro del vallone che in alcuni punti assume connotazioni da vero e proprio canyon americano. Sempre diretta verso nord, la linea giunge a Modica - altro bellissimo centro di interesse storico/artistico - passando poco prima di entrare nella bella stazione in curva sotto all'altissimo viadotto della Statale.

A Modica il piazzale è abbastanza ampio, perchè sede di scalo merci e fino agli ultimi anni '70 di Deposito Locomotive. Infatti per il servizio di spinta sulle dure rampe di questa linea, il Deposito di Modica ha avuto in dotazione le ultime locomotive a vapore del gruppo 740 attive in Sicilia, fra le quali la 244 ora usata per servizi storici fra Sicilia e Calabria. Appena ripartito da Modica, il treno s'infila in una lunga galleria che sottopassa la città fino a sbucare in un vallone parallelo a quello tenuto finora dalla ferrovia. Qui la linea prosegue ancora verso nord lungo il corso del fiume Irminio, che sovrappassa con un ponte metallico poco prima della stazione di Ragusa Ibla. Questa stazione - un tempo chiamata Ragusa Inferiore - è dotata di torre acqua e ampio scalo perchè anche qui stazionavano le locomotive che eventualmente erano da aggiungere in spinta ai treni in salita verso Ragusa. Poco dopo aver lasciato questa stazione, il binario piega decisamente verso ovest fino a compiere una curva di 180° e in direzione sud infilarsi in galleria sotto la rupe che sostiene la città barocca. L'uscita di questa lunga galleria in curva e forte salita è appena sotto Ragusa, in una stretta gola dominata dalle case della città. Appena uscito, il treno passa sotto una brevissima galleria con portali in roccia viva e si infila nuovamente in un'altra lunga galleria in curva e salita che con un elicoide in parte scoperto porta i binari alla quota della città. Nella parte aperta di questo tornante si può godere di una vista impareggiabile su tutta la città vecchia, che "assiste" al passaggio dei treni sul tornante come in una ripresa cinematografica.

Con una ulteriore curva la linea si riporta ancora in direzione nord e giunge finalmente in stazione di Ragusa. Lo scalo ragusano dispone di un ampio scalo merci e di solo due binari per il traffico passeggeri. Tutta la stazione è posizionata leggermente in curva. La linea per Canicattì prosegue da qui ancora con una curva che riporta i treni verso sud e poi verso ovest, dove il binario unico prosegue con andamento più tranquillo verso Genisi, Donnafugata (ottimo luogo di viticultura) e Comiso. In uscita da Ragusa fino al 1948 esisteva un binario a 950mm affiancato alla linea FS che portava i trenini a vapore della SAFS con un lungo tragitto di aggiramento attraverso Villa Pozzi e Santa Rosalia ad affiancare la strada statale 194 in direzione nord fino a Bivio Giarratana. Qui ancora verso nord  si arrivava a Vizzini, in una stazione il cui edificio esiste ancora oggi di fronte alla stazione FS della linea Catania-Gela. Prendendo invece il ramo verso ovest con un percorso travagliato si arrivava fino a Siracusa.

Sulla linea hanno prestato servizio locomotive a vapore della RS dalla potenza assai scarsa, sostituite negli anni '20 dalle prime 740. A metà anni '30 arrivarono le prime ALn.56 FIAT e da allora quasi tutti i servizi passeggeri furono affidati alle Littorine. Al vapore rimasero in carico i numerosi treni merci e il servizio con carrozza diretta da Roma per Vittoria via Siracusa. Le generazioni successive videro l'arrivo delle ALn.668.1500 e 1600 FIAT e delle locomotive diesel D.343 e D.443 al posto delle vaporiere. Il servizio diretto da Vittoria per Roma, poi ridotto al Ragusa-Roma negli ultimi anni era composto da una o due carrozze X al traino di D.343. E' stato soppresso col cambio orario del 1998. Il traffico merci è sempre stato caratterizzato da forti carichi in periodo di raccolta ortofrutticola o vinicola, con treni derrate diretti al nord e anche all'estero. Dagli anni '50 si aggiunse il carico del polo petrolchimico di Gela, con carri cisterna e container in tempi più recenti. Le doppie e triple trazioni in testa ai merci sparirono da Ragusa e da questa linea quando nel Novembre 1979 aprì il tratto - in costruzione sin dal 1928 - Caltagirone-Gela della linea proveniente da Catania. Con questo itinerario più breve e più moderno fu possibile evitare il lungo giro siracusano e da allora rimasero solo i treni derrate. Con la tendenza dei trasporti merci negli ultimi decenni, sparì anche questo genere di merce e una sola coppia di merci con carri di varia tipologia rimase a percorrere questi assolati e silenziosi paesaggi. Lo spettacolo offerto da una coppia di stanche 668 o da un merci neanche troppo pesante in pieno sforzo sul tornante di Ragusa rimane unico.

Dal Settembre 2004 l'ultimo merci che da Ragusa proseguiva verso Ispica ha cambiato periodicità di effettuazione e da Gennaio 2006 è stato definitivamente soppresso, lasciando Modica, Ispica e il nostro panoramico tratto completamente sprovvisto di treni di questo tipo. Nonostante questo i treni con D.343/443 arrivano 3 volte a settimana a Ragusa, provenienti da Gela e Comiso. Il traffico attuale è caratterizzato da lunghe teorie di carri chiusi Gabs diretti alla Enichem/ANIC, che possiede un lungo raccordo collegato alla stazione FS lato Modica. Il binario del raccordo lascia l'area FS attraverso un varco e una breve trincea in curva in direzione sud. Attraversa poi via Spadola e segue in sede separata il lungo viale in discesa che conduce alla Zona Industriale. Le tirate sul raccordo sono in carico ad una locomotiva a 3 assi ricostruita dalla IPE, che si muove in genere di prima mattina. Ragusa coniuga molteplici aspetti per meritarsi una visita: ottimi spunti culturali e artistici, cucina rinomata e vini pregiati e splendidi paesaggi da cogliere nei nostri scatti ferroviari. Periodo migliore per una visita è la primavera o l'autunno e quindi: buon viaggio!































53
Il PIAZZALE / Photorail: gli articoli mensili del 2006
« Ultimo post da Praz© il 01 Marzo 2025, 19:57:14 »
GENNAIO - "Il raccordo Bemberg"

La Bemberg è una conosciuta e rinomata società italiana del settore tessile, attualmente impegnata nella produzione di fibre di Cupro, Acetato e Viscosa. La società possiede tre siti produttivi: a Magenta, a Rieti e a Gozzano (NO). Proprio in questa ultima località esiste il polo tutto dedicato alla produzione e tessitura del cupro, materia tessile ricavata dalla cellulosa e dalla filatura di alcune parti del cotone. Questa tecnica è nata in Germania a fine '800 ma in Italia è arrivata solo nel 1927, proprio con l'apertura dello stabilimento di Gozzano, realtà industriale con la quale da allora la cittadina in provincia di Novara ha sempre convissuto e vissuto. Fin dalla costruzione di questo impianto, la società tessile pensò di ricevere le materie prime via ferrovia e spedire i filati per lo stesso mezzo. Nel 1926 infatti furono avviati i lavori per la costruzione del raccordo con la vicina stazione FS di Gozzano, posta sulla linea Novara-Borgomanero-Domodossola.

Il raccordo Bemberg nasce al'interno di uno stretto cortile dell'azienda - dove esistono due binari di ricovero, ne fuoriesce attraverso un portone in via Beltrami attraversandola con un PL protetto da sbarre girevoli. Prosegue rettilineo a lato di via Insorte e affronta una stretta curva verso sinistra, fra alberi e alcune case. Qui - in una leggera trincea - si connette con uno scambio ancora esistente - ad un altro binario che fino al 1991 serviva un deposito carburanti dell'Esercito. Questo raccordo è oggi completamente abbandonato e molti alberi crescono sul sedime fra le traversine del binario ancora esistente. I lavori di costruzione per il nuovo raccordo Bemberg nel 1926 finirono qui, con una posa di nuovo binario di soli 450 metri. Questo perchè da questo bivio fino alla stazione FS di Gozzano un binario già esisteva e sin dal 1886. In quell'anno infatti venne costruita un breve linea ferroviaria in esercizio a privati che collegava Gozzano ad Alzo, passando per i paesi di Cremosina, Pogno e S.Maurizio d'Opaglio. Proprio nell'area di quest'ultimo comune esistevano da tempo alcune cave di granito, il cui trasporto fu l'unica vera motivazione di apertura di questa linea. Le informazioni su questa linea sono scarsissime: esistevano due locomotive a vapore rodiggio B, due sole carrozze a due assi e alcuni pianali per il trasporto del granito estratto. Ogni treno circolante era misto: la prevalenza del traffico merci di estrazione era evidente anche solo da questa informazione. Quando a metà anni '20 l'autotrasporto cominciò a farla da padrone, il destino della Gozzano-Alzo era già segnato: con la sua chiusura nel 1924 si conquistò il primato di essere una delle prime ferrovie in assoluto a cessare servizio in Italia per la concorrenza su gomma! Quasi tutti gli impianti vennero smantellati, le stazioni vendute o demolite. Rimangono ancora oggi alcuni fabbricati riutilizzati diversamente, fra cui la rimessa del deposito di Alzo, ma nulla più.

Il binario e la sede del primo tratto sono invece rimasti in loco in attesa dell'arrivo della Bemberg, che si trovò la seconda parte di linea (dal bivio a Gozzano FS, altri 650 metri circa) quindi già pronta. Questo tratto è quasi tutto in rettilineo: sempre in lievissima trincea fra alberi e villette, raggiunge e attraversa la SS 229 con PL a sbarre girevoli, prosegue sempre in rettilineo fra recinzioni di case private e piccoli vicoli, attraversati con una sequenza di PL senza barriere. Alla fine il binario affianca la linea FS proveniente da Omegna e da qui prosegue appaiato fino a terminare in un piccolo scalo con raddoppio dove i carri vengono scambiati dalla loco FS titolare del merci e dal Badoni che presta servizio sul raccordo. Il traffico è attualmente di sole cisterne cariche dei solventi necessari alla produzione del cupro, fino a qualche anno fa venivano manovrati anche carri chiusi col prodotto finito, che viene ora spedito via camion a causa della sempre più disastrosa situazione organizzativa della Cargo/DGOL della zona. La tradotta Novara-Gozzano non esiste più da anni. Fino al 2002/2003 veniva utilizzato il merci Novara-Romagnano Sesia-Borgomanero-Novara che prevedeva - in caso di necessità - apposita traccia oraria supplementare Borgomanero-Gozzano-Borgomanero. Attualmente i carri arrivano seguendo il merci Novara-Romagnano-Novara. Se ci sono carri da o per la Bemberg viene creata un'apposita traccia straordinaria (NCLS) da Romagnano a Gozzano via Borgomanero e ritorno.

Tutti questi servizi sono sempre stati appannaggio delle D.345 novaresi/alessandrine, anche ora che la linea di Gozzano è elettrificata. Il Badoni arancione che presta servizio sul raccordo è invece del tipo VI, costruito intorno al 19XX, di provenienza incerta. Il servizio era molto regolare fino ai primi anni '90, quasi giornaliero. Ora invece vedere quel convoglietto sulla "fu Gozzano-Alzo" è cosa rara: la Bemberg ha recentemente attraversato alcuni momenti di difficoltà. Ora sembra si sia stabilizzata la situazione, ma la gestione merci DGOL inadeguata e la maggiore elasticità dell'autotrasporto causano come riflesso una assoluta irregolarità nell'effettuazione delle tradotte lungo il raccordo. Queste se avvengono, sono al primo pomeriggio, normalmente nei soli giorni di mercoledì oppure giovedì. Armatevi di pazienza e fortuna e buone foto! Le mie che vedete in questa pagina arrivano dopo un'attesa durata alcuni......anni!

[ Attachment: You are not allowed to view attachments ]

[ Attachment: You are not allowed to view attachments ]

[ Attachment: You are not allowed to view attachments ]

[ Attachment: You are not allowed to view attachments ]

[ Attachment: You are not allowed to view attachments ]

[ Attachment: You are not allowed to view attachments ]

[ Attachment: You are not allowed to view attachments ]

[ Attachment: You are not allowed to view attachments ]

[ Attachment: You are not allowed to view attachments ]
54
Bellissima la foto del Localino con 2043 nella campagna e l'imponente speciale con le Spantenwagen.
55
Ricordo che il giorno 28 giugno 1987 siamo tornati da Vienna, 13 giorni dopo siamo ancora lì per altri treni storici e altre locomotive.

Eccoci quindi in stazione di Traiskirchen sull'Aspangbahn ove la 52 7612 sta effettuando un treno speciale Wien - Wiener Neustadt – Puchberg am Schneeberg l'11 luglio 1987.  [ Attachment: You are not allowed to view attachments ]

Queste foto  sono in gran parte su pellicola XP2 Ilford per cui aspettatevi un po' di grana.

Dopo una bella corsa nella pianura eccolo in stazione di Wiener Neustad. [ Attachment: You are not allowed to view attachments ]

Già che siamo in posizione sopraelevata scattiamo anche a qualcosa che ci passa sotto come questo IC pilotato dalla 6010 010 diretto a ovest. [ Attachment: You are not allowed to view attachments ]

Ce ne andiamo in anticipo sulla partenza del treno che aspettiamo in zona Winzendorf. [ Attachment: You are not allowed to view attachments ]

Continuiamo l'inseguimento aspettando il convoglio in stazione di Willendorf. [ Attachment: You are not allowed to view attachments ]

Proseguendo attendiamo la 52 7612 nei pressi di un P/L vicino a  Grünbach. [ Attachment: You are not allowed to view attachments ]

Poi il treno è più veloce di noi e ci precede a Puchberg am Schneeberg. Peccato perchè poco prima avevamo visto un posto foto che ci piaceva molto.  Il treno non ripartirà se non nel pomeriggio quindi  visto che il posto ci piaceva proprio scattiamo ad un locale Puchberg am Schneeberg – Wien che è appena partito. 1028 35 [ Attachment: You are not allowed to view attachments ]
Ora ci spostiamo decisamente e ce ne andiamo sulla rampa ovest del Semmering in attesa di un altro treno speciale.

Siamo nei pressi di Mürzzuschlag e becchiamo questo mini locale Semmering – Mürzzuschlag con una 1042 non identificata e una sola carrozza. [ Attachment: You are not allowed to view attachments ]

Nello stesso posto attendiamo lo speciale affidato a una 1042 anch'essa non identificata con una lunga teoria di Spantenwagen. [ Attachment: You are not allowed to view attachments ]

La sorpresa però è in coda dove è posta bella arzilla e accesa la 56 31116 della GKB ( Graz Koflacher Bahn ).  Qui ripresa nei pressi di Steinhaus.  [attachment=10]



Segue.
56
Paurosa la 310 e vedo molte 2050 in servizio, pensavo fossero un gruppo di lok abbastanza raro da vedersi.
57
Molte foto sono veramente affascinanti, sia per il vapore (per es. a Seebenstein e il successivo prato laterale), sia per i treni regolari (per es. la 1042 sul rettifilo con la sua composizione minimale e la 2050 003 in manovra).

Qualcuna sembra avere una grana un po' vistosa, soprattutto tra le ultime, e mi stupisce perché il tuo bn è solitamente ineccepibile. Forse una pellicola un po' sottoesposta?

Si in alcune la grana si vede e come. Si tratta di una pellicola 400 ASA la XP2 Ilford che veniva trattata con procedimento per pellicole a colori. Ai tempi le riviste fotografiche la considerava come la miglior pellicola esistente esistente sul mercato soprattutto per la sua versatilità specialmente in condizioni di luce scarsa. Purtroppo non è così e oggi mi pento di non avere continuato ad usare esclusivamente la PAN F 50 ASA che allora esponevo come 100 ASA facendola tirare in fase di sviluppo. Ciaoo
58
Molte foto sono veramente affascinanti, sia per il vapore (per es. a Seebenstein e il successivo prato laterale), sia per i treni regolari (per es. la 1042 sul rettifilo con la sua composizione minimale e la 2050 003 in manovra).

Qualcuna sembra avere una grana un po' vistosa, soprattutto tra le ultime, e mi stupisce perché il tuo bn è solitamente ineccepibile. Forse una pellicola un po' sottoesposta?
59
Ho letto solo ora questo racconto, molto affascinante, rende bene l'epoca degli speciali fatti bene circondarti da infrastrutture e scenari ben conservati. E di quando accanto agli speciali potevi fotografare treni bellissimi, come tutte queste parate di diesel con merci importanti.
60
Sempre tanta roba la 310, imponente e maestosa.

 :P
Pagine: 1 2 3 4 5 [6] 7 8 9 10