Torna anche quest'anno il solito appuntamento con il mega tour balcanico estivo: data ormai l'esperienza acquisita e le cose pian piano già viste negli anni, quest'anno il giro cercava di condensare una serie di obiettivi, in parte già centrati e in parte da conquistare.
La scelta è quindi ricaduta sulla parte orientale della Croazia e sulla parte a nord di Sarajevo della Bosnia: seppur con qualche intoppo, qualche difficoltà, qualche deviazione/divagazione, tutti gli obiettivi sono andati a segno, conditi da un meteo benevolo che ci ha accompagnato quasi tutti i giorni.
Il tour è stato il più lungo di sempre (12 giorni pieni); compagni di viaggio, oltre ad Ellis, anche Davide da Soresina, con il quale non giravo dalla Slovenia 2014.
Prima di cominciare con il racconto, solita mappa illustrativa: in verde le tratte battezzate.
venerdì 9 agosto
Mentre i due compari partono col calma giovedì 8/8 per raggiungere l'estremo Nordest, il sottoscritto - come gli anni passati - finisce di lavorare alle 18 a Milano, mangia un panino al volo e alle 19.45 parte verso Ronchi dei Legionari - anzi, Trieste Aeroporto - dove poco dopo le 23 verrà prelevato da Ellis e portato in branda.
Venerdì mattina la sveglia è accettabile, facciamo colazione e partiamo dritti verso Rijeka, con l'idea di dedicare 3-4 ore alle tradotte sul molo, PRIMO obiettivo del giro.
Come già ampiamente dibattuto, i lavori alla galleria di Brajdica impongono ai treni di contenitori il giro dalla stazione, e quindi la tradotta di regresso verso il porto.
Siccome vicino c'è anche Bakar (e spesso, dopo esserci cascato anche io, ho dovuto spiegare nel dettaglio cosa fosse regolare e cosa "deviato"), metto questa seconda fantastica cartina (presa dal sempre prezioso Atlante italo-sloveno), che dovrebbe chiarire una volta per tutte la faccenda.

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Come dicevo, la parte che va a Bakar e si stacca dalla stazione di Skrljevo è intatta; il tunnel di Brajdica è invece oggetto di lavoro e, quindi, i merci, anzichè fare l'elicoidale, proseguono fino alla stazione di Rijeka, per poi venire terminalizzati sul binario portuale.
Bando alle ciance: per due ore non esce nulla, quindi un miraggio: isolato!
Lo seguiamo un po' a piedi e poi lo aspettiamo nell'unico punto in luce - sacrificato, per la verità - che dia l'idea di raccordo portuale!

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Levato questo sassolino parziale, lasciamo Rijeka tenendo un eventuale bonus al ritorno, per cercare la tirata in luce.
Planiamo in zona Meje/Skriljevo (sulla direttrice Rijeka-Zagreb), dove mi sarebbe piaciuto fare qualche foto con i costoni rocciosi, visti in centomilafoto su facebook.
Purtroppo non passa nulla e - considerato il caldo atroce e il fatto che vogliamo essere per le 17 in zona Koprivnica - alle 14 molliamo il colpo, con grande anticipo sulla tabella di marcia.
Unici scatti portati a casa sono relativi a questo merci fermo a Skriljevo, nonché un'improbabile inquadratura tutta controsole dello scalo pubblico, dove stanno caricando sacchi di cemento su carri H a carrelli.

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Nonostante l'anticipo dei tempi, il traffico impazzito attorno a Zagabria ci impedisce di portarci sulla linea diesel che da Koprivnica va a Varazdin via Ludbreg: la tratta, che già comunque avevamo battuto nel 2016, è interessante perché vede una sola coppia di materiale ordinario (2044+vetture), fotografabile solo la sera.
Fallita questa tappa, cambiamo zona ma non i soggetti da fotografare: il SECONDO obiettivo sono infatti i materali ordinari (tre coppie) sulla Koprivnica-Osijek, fotografati con soddisfazione anche nel 2016. Pur essendo treni tutto sommato regolari, questi bestioni con i treni passeggeri mi gasano sempre parecchio!
Intorno alle 18 ci sono un paio di treni, uno per Osijek e uno da quest'ultima località: per il primo siamo costretti a battere la tratta intorno a Durdevac, unica zona con i sole accettabile (laterale): troviamo un posticino e ci buddizziamo, fin quando... arriva!

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Per la corsa contraria ci appostiamo su uno sporadica cavalcavia prima della stazione di Durdevac, dove con una splendida luce cogliamo questo transito.

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Nanna a Virovitica.
sabato 10 agosto
La sveglia è discretamente prestino, dato che alle 7.40 abbiamo il primo materiale ordinario: dato che è completamente controsole si va di lateralone, tra le rotoballe

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Planiamo quindi a Virovitica per il materiale ordinario opposto, dato che in zona è l'unico punto senza sole frontale.
In stazione sonnecchia una doppia di 7121, che poi manovrerà in attesa di partire per Klostar.

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La stazione funge anche quale scalo di appoggio per i carri revisionati proprio a Klostar; c'è inoltre un raccordo per lo zuccherificio dove le tramogge, pare, arrivino il lunedì.
Alle 9.25, dopo un minimo di attesa ingannato da una buona colazione, arriva il nostro obiettivo che, complice la fermata, ci regala un'agevole doppietta.

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Dopo un paio di divagazioni per cazzilli monumentati, planiamo a Durdenovac, poco prima di Nasice, dove - oltre a due carri in sosta destinati a Osoppo, infiliamo questo complesso di 7121 ristrutturate con nuove cabine

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Procedendo verso osijek capitiamo, ovviamente non casualmente in questo luogo misterioso...

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... popolato da strani accrocchi... tutto è malmesso, decadente... chissà...

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Sbarcati a Osijek una macchia rossa di sorprende: una delle 2062 ri Rail Carrier è pronta con un merci per Vinkovci: la foto dalla passerella è fantastica ma infastidita dal plexiglass (ho provato comunque a sistemarla, mi pare discretamente passabile); la successiva presso la fermata sgarrupata di Brijest, la cui decadenza è simile rispetto agli altri fabbricati della linea.

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Salutato il merci torniamo ad Osijek, dove - fatta una breve ricognizione sui raccordi fluviali... il nulla! - decidiamo di seguire i treno delle 15.28 per Beli Manastir, stazione di confine con l'Ungheria.
La luce purtroppo è latelale un po' ovunque; il complesso di 7121 ricostruite lo contestualizziamo comunque a Ceminac (che cade a pezzi) e proprio a Beli Manastir, dove il cemento dei marciapiedi è l'unica cosa che stona con l'ambiente.

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la giornata si chiude con un paio di scatti ai tram di Osijek: tra le varie possibilità, scegliamo di scattare nei pressi dell'intersezione con il binario ferroviario che, una volta, collegava la stazione di Osijek Dravski Most con il molo posto sulla Drava: come si vede, il binario è ormai inutilizzato, nonché tagliato in più punti.
Dopo un paio di passaggi impallati dalle auto, ecco la foto giusta!

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Ad oggi, quindi, gli unici movimenti sul porto fluviale della Drava fanno capo a Osijek Luka sulla linea per il confine serbo di Erdut; ho provato a scrivere e a sollecitare il porto, ma mai nessuno mi ha risposto.
Tra i binari, a memoria, vedemmo tramogge e (mi pare) pianali.
... continua ...