Lo scorso 8 Giugno ha viaggiato l'ultimo treno - almeno ufficiale... - composto da ALn 668, il Regionale 20197 Avezzano-Roccasecca-Cassino, in una sorta di evento pubblicizzato anche su alcuni canali social che ha attirato appassionati, fotografi e semplici curiosi lungo la linea e nelle stazioni. Le ultime 3 ALn serie 3300 in turno al DL di Sulmona sono state messe in riserva, per usi eccezionali ed emergenze. Si chiude in questo modo - sommessamente ed umilmente - una vera era tecnologica e trasportistica: i mezzi che più hanno contraddistinto l'Italia locale e regionale, fatta di linee diesel, treni locali e viaggi con decine di fermate, pendolari e studenti non ci sono più.
L'invenzione della Automotrice Leggera nafta del gruppo 668 fu una rivoluzione. Costruite da Fiat e in piccola parte anche Breda in 11 serie diverse per un totale di nientemeno che 785 unità, con la loro cassa modulare, la componentistica più o meno standardizzata e con parti di derivazione automobilistica, il loro schema di colori uniforme, sobrio ma subito riconoscibile - dopo la breve parentesi del beige e verde lichene delle primissime serie - e la caratteristica comune dei 68 posti e del comando multiplo, hanno presenziato le ferrovie italiane dalla Val Venosta e Pusteria fino alla Noto-Pachino, dal freddo estremo al caldo asfissiante. Anche le eredi - ALn 663 - sono avviate al tramonto e dopo di esse resteranno in servizio solo Minuetti e ATR di varie serie e forme, concettualmente concepiti per gli stessi servizi ma al di fuori della filosofia che generò il progetto 668: economia di scala, elasticità nei servizi, consumi adeguati e - per alcune serie - piccole modifiche per un servizio migliore (come esempio ricordo le 3300 con rapporto di trasmissione più corto adatto alle dure rampe appenniniche sulle quali hanno viaggiato fino a pochi mesi fa).
Voglio rendere omaggio a questo veicolo, amato e odiato da viaggiatori e appassionati, insostituibile e longevo (prime unità in servizio dal 1956, ultime 10 giorni fa... fanno più o meno 68 anni e mezzo di presenza!) con una carrellata di 20 immagini, per lo più inedite che vedrete di seguito. Sono fotografie xmpr-free, con i bei colori bianco-panna, beige-pergamena e grigio-azzurro, con tanti vetri curvi e purtroppo qualche gomma frontale di troppo; le voglio ricordare così, come ai tempi in cui le usavo spesso per i miei viaggi in giro per lo stivale. Senza aria confezionata, coi finestrini apribili, con le tendine svolazzanti e il fumo azzurrognolo che entrava nell'ambiente viaggiatori ad ogni tirata di collo.
Iniziamo.
Per prime vennero le 1400! Spartane e massicce, con quel mantice in bella vista a sfidare ogni concetto di design e frivolezza. Negli anni '90 erano concentrate a Roma per il pesante servizio sulla linea di Viterbo con treni fino a 4 pezzi, ma anche a Sulmona per le linee Avezzano-Roccasecca, Giulianova-Teramo, Ascoli-Porto d'Ascoli e i servizi sulla difficile Sulmona-Avezzano. La 1421, con i piccoli finestrini frontali corazzati, attende i suoi viaggiatori nella calda luce del pomeriggio in stazione a Teramo. Piano piano, uno alla volta, i pendolari che sono diretti alle piccole stazioni sulla linea per Giulianova o lungo i paesi adriatici affolleranno l'anziana 668.

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Un treno di 4 pezzi, con in coda la 668.1427 sta cercando di ripartire dalla sperduta fermata di Pescocanale, nascosta nella stretta valle che poco dopo questo impianto costringe la ferrovia per Avezzano ad una serie di gallerie e ad un elicoidale in rampa che ha sempre messo a dura prova i mezzi che si arrampicavano, per tacere delle misere prestazioni odierne degli ATR Pesa che hanno sostituito le 668. Questa foto mi porta il ricordo del rumore di ferraglia della tiranteria dei freni serrata e rilasciata più volte, del cambio che non ingranava, dei motori che salivano di giri senza riuscire a muovere il convoglio. Una vera ferrovia di montagna!

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Qualche anno dopo la concorrenza produsse le 2400. Le mitiche Breda, basse e strane, col mantice ma anche no, sono sempre state un mondo a parte. Tutto era differente dalle Fiat, dai carrelli agli interni, al rumore dei motori. Sole 40 unità che hanno vissuto tutta la vita in Piemonte e che purtroppo ci hanno lasciato senza eredità storica già nei primi anni '90. Persino una piccola fermata come Terranova Monferrato una volta era lo specchio di un mondo più abitato e presenziato. Vasi di fiori, pulizia e i comandi dei PL a filo sono il contorno ad una coppia di Breda in arrivo da Casale Monferrato e diretta a Mortara, in una bigia giornata di Settembre.

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Una coppia di duemilaquattro del sottogruppo finale di 10 unità - caratterizzate dal mantice nascosto da due portelloni frontali - riparte da Salussola affrontando la curva in direzione Santhià. Le linee di Biella sono state da sempre uno dei feudi delle Breda, sin da quando sostituirono le anziane 772 negli anni '80.

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Vince la filosofia Fiat. Le 75 unità della serie 1500 portarono anche in casa Fiat i mantici ritraibili dietro a portelloni frontali, sperimentati sulle ultime 10 unità della serie 1400. Sebbene di poco meno potenti delle sorelle più anziane, per le 1500 vennero addirittura progettati dei rimorchi, grandi quante le stesse ALn e che da subito risolsero si i problemi di frequentazione e di elasticità nel servizio ma che si rivelarono anche una zavorra troppo impegnativa da trainare. Due automotrici per un rimorchio sono la composizione di questo locale pomeridiano che - insieme ad una composizione di ALn 773, anch'essa del DL di Pavia - svolgeva tutti i servizi Pavia-Stradella della giornata. Gli unici treni elettrici a correre sotto questa catenaria vintage erano i pochi merci e i diretti Milano-Piacenza via Stradella della mattina e della sera.

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Le risaie di Ghislarengo testimoniano il transito di una coppia di 1500 lungo la Novara-Biella. Un PL rurale chiuso in mezzo al nulla, le rane che gracchiano e le due anziane 668 che si avvicinano borbottando fumo nero sono un quadretto decisamente da ferrovia secondaria.

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Le cenerentole della famiglia furono le 1600 e le successive 1700, figlie del piano decennale di spesa FS 1962-1972. Le 33 unità 1600 erano la naturale continuazione del successo delle 1500, mentre le 20 1700 ne differivano per l'adozione di un nuovo motore di derivazione camionistica che da qui in poi sarà lo standard per tutte le successive costruzioni. Mentre le 1600 furono spedite tutte in Sicilia, le 1700 restarono per decenni al fresco in mezzo alle montagne del Trentino, fra Valsugana e Pusteria. La 1632 è appena arrivata da Alcamo via Milo con un locale pomeridiano nella stazione di testa di Trapani, dove sul binario a fianco sosta una più giovane serie 3000.

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Una coppia di 1700 con un treno per Schio riparte dalla stazione di Marano Vicentino, lungo la linea da Vicenza. Questa anonima fermata era una volta dotata di un impressionante scalo merci con un lungo piano caricatore a servizio dell'esercito, che durante la Grande Guerra movimentava soldati e mezzi verso il fronte poche decine di kilometri più a nord. Lo strano prato e un binario semisepolto erano ancora testimoni di questo triste passato.

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Le 1800 rappresentano una innovazione rispetto a tutte le serie precedenti, perchè adottano il nuovo carrello a doppio collo di cigno in luogo del precedente modello derivato dall'originale delle prime 1500. Quando le 85 unità vennero consegnate agli inizi degli anni '70, furono mandate quasi in massa al Sud, dove soppiantarono le 556 Breda, le 772 e la trazione a vapore lungo una moltitudine di linee secondarie e complementari. Il deposito di Benevento è stata una delle cattedrali della trazione leggera diesel: una coppia di 1800 di quell'impianto sono in servizio sulla Campobasso-Isernia, qui colte in sosta nella deserta stazione di Guardiaregia.

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A fine anni '90 un manipolo di milleotto venne trasferito dal Sud e assegnato al DL di Pavia per i servizi sulle linee afferenti. In una fredda e umida giornata invernale a ridosso della fine anno, una coppia di 1800 - quella di coda già in xmpr, ma si vede poco.... ;-) - riparte dalla fermata di Gropello Cairoli con un regionale per Pavia. Queste unità saranno poi passate al parco di Trenord e alcune arriveranno a vestire i nuovi colori biancoverdi dell'operatore regionale.

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Le successive "micette" furono raggruppate nella sottoserie 1900, ma rispetto alle precedenti erano un altro mondo. Il collaudato frontale col ricasco del tetto tondeggiante e il tettuccio a coprire e raccordare i portelloni lascia spazio ad un nuovo disegno, più spigoloso e massiccio, derivato da quello costruito per la prima volta sulla ALn 668.1999 prototipo poi venduta da FIAT alla FSF Suzzara-Ferrara. Anche le porte di ingresso sono state completamente riprogettate ed il vestibolo è diviso in due, con larghezza minore ed in posizione paracentrica per un presunto miglior e più veloce incarrozzamento. Le 1900 negli anni '90 erano assegnate ai DL di Foggia e di Rimini ed erano presenza costante su tutte le linee non TE della Puglia e di parte della Calabria e della Faentina. Il selvaggio paesaggio della Faentina nei pressi di San Cassiano assiste al passaggio di una coppia di 1900 riminesi con un treno diretto a Marradi.

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Lungo la Faenza-Lugo-Lavezzola un locale composto da 668.1900 e rimorchio Ln 664 (costruito in origine per le 1400 ma riadattato per l'uso con altre serie) transita sul leggero ponte metallico che passa sul Canale Emiliano Romagnolo, presso un PL incustodito con la sua brava croce di S. Andrea. Su questa linea in quell'anno circolava l'ultimo treno in orario con rimorchio bagagliaio-postale LDn.24, sempre in carico ad una 668.1900.

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Dopo le 42 unità serie 1900 vennero le 120 della serie 1000, così classificate per non occupare la numerazione del successivo migliaio che per convenzione decennale in casa FS era dedicata al materiale costruito dalla Breda (come le 2400). Le 1000 erano identiche alle 1900 e ne condividevano gli stessi pregi e difetti. Erano assegnate in oltre una decina di depositi lungo lo stivale, con le dotazioni più numerose a Lecco per i servizi sulla MMO e sulla Como-Lecco, a Verona per i treni sulle linee della bassa veneta, a Foggia in turno misto con le 1900 ed a Sulmona, in turno misto con le 1400. L'unica 668.1900 assegnata al DL di Cremona bastava per assicurare il servizio straordinario invernale Cremona-Edolo, da Rovato a Edolo lungo i binari della SNFT. Un treno che conobbe in anni precedenti ben più successo, con composizioni fino a 4 automotrici. Ecco la 1013 in sosta a Iseo, in attesa di riprendere l'arrampicata camuna.

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Una delle unità foggiane è quasi arrivata alla stazione di Rocchetta S. Antonio con un locale da Potenza, diretto a Foggia. Il falso doppio binario delle linee di Gioia del Colle e di Potenza attraversa con un ponte e una curva il vallone dove è sistemata la stazione, che sta per essere benedetta da un temporale primaverile.

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Il sottogruppo prodotto l'anno successivo era costituito dalle 60 macchine serie 1200. Con queste si tornò al vestibolo unico centrale, ma non venne risolto il problema della potenza del motore, invero un po' scarsa, soprattutto sulle rampe del Veneto, dove tutte le unità vennero concentrate a partire dai primi anni '80 quando decretarono la fine delle 772 e 773 e relativi rimorchi e rimorchietti di fogge e forme. Dal DL di Treviso hanno servito ogni secondaria del triveneto, dalla Valsugana fino a Trento alla Pedemontana fino a Gemona, comprese ovviamente le linee della bassa. Una delle stazioni italiane con il nome più strano è Stazione per l'Alpago, dove sono in sosta due 1200 con un treno Belluno-Conegliano.

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Un quattropezzi è fermo a Mestre con un treno proveniente da Trento e da Bassano, fuso insieme in stazione a Padova. Nonostante nei primi anni '90 proprio a Treviso iniziarono i lavori per l'adozione massiva di vetri frontali piani, ancora nel 1994 questa 668 presenta l'estetica originale di "come è giusto che sia", con vetri avvolgenti, portelloni senza gomma e ovviamente nessun fan-coil sul tetto per l'aria confezionata. Una ALn STORICA dovrebbe assomigliare a questa....

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Nel 1981 escono di fabbrica 40 unità della nuova serie 3000. Sono le sorelle delle 1200 ma con motore sovralimentato, che gli permette di raggiungere i 130km/h. Tutte le unità sono assegnate a Palermo, dal cui deposito coprono servizi in giro per tutta la Sicilia: ovviamente sulle linee di Trapani ma anche sulla trasversale interna da poco elettrificata e persino sull'embrione della metropolitana FS in Palermo città. Una coppia di tremila arriva a Salemi-Gibellina, in un paesaggio già riarso dal sole. Appena prima del PL presso la stazione, passeranno sotto ad un ponticello che una volta permetteva alla ferrovia a 950mm di collegare Calatafimi e Salemi con Castelvetrano, Burgio e persino Corleone.

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Negli stessi anni la Fiat avvia la costruzione di 149 automotrici della serie 3100 che differisce dalle 3000 per la possibilità di comandare in comando multiplo 3 ALn invece che 2. Queste unità sono state la presenza costante in tutt'Italia, avendo assegnazioni in oltre 10 depositi, dal nord al sud. Pisa, Siena e Cagliari sono stati gli impianti con oltre 20 macchine in carico. Una 3100 di Siena è in servizio sulla Faentina, dove la vediamo in partenza da Marradi dopo aver scaricato un manipolo di passeggeri.

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La strana coppia! Una 668.3100 unità ad una 663 lascia la stazione di Saluzzo con un treno per Cuneo, all'alba di una fredda giornata di Febbraio. Le 16 unità del DL di Cuneo coprivano servizi sulle linee della Granda fino ad Alessandria ma anche sul Tenda prima che questo venisse colonizzato dalle più moderne 663.

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Infine vennero le tremilaetrè! Le arrampicatrici per il deposito di Sulmona, derivate dalle 3100 ma con un rapporto di trasmissione più corto (ed il ritorno alla velocità massima di 120 all'ora) pensato per le dure linee appenniniche con rampe fino al 35 x1000. Furono tutte assegnate al deposito abruzzese e da sempre impegnate sulle ferrovie della regione, con puntate fino al Lazio sulla Roccasecca e al Molise fino ad Isernia. Una coppia di 3300 termina in stazione a Rivisondoli (la seconda più alta d'Italia, a 1.268 metri) la dura salita, che si vede ad occhio nudo, che hanno iniziato a scalare partite da Roccaraso. La Primavera sul calendario è inoltrata, ma tarda ad arrivare: neve e piante ancora spoglie fanno capire che qui non si scherza.

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Pochi kilometri più a nord rispetto alla foto precedente, una collina permette di godere della vista quasi completa della Piana delle Cinque Miglia, un pianoro di prati e pascoli incastonato fra le cime della Maiella e degli Appennini. La linea attraversa quasi tutto l'altopiano e la sagoma di una 668.3300 in singola quasi scompare di fronte a cotanto paesaggio.

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Il nostro viaggio è finito! Cosa ci resta adesso, oltre al ricordo e alle immagini? Un manipolo di automotrici di varie serie, delle quali però non è chiaro il destino. Quelle dei sottogruppi più anziani sono tutte ferme, già restaurate ma scadute di revisione oppure ancora completamente da rimettere in sesto (serie 1400, 1500 e 1600). C'è una coppia di 1800, scaduta e da revisionare. E una decina di quelle più recenti, delle quali meno di 5 sono attive nel parco storico. Non una bella maniera di preservare un vero elemento di storia delle nostre ferrovie. Speriamo in un futuro più attento.
Fonti:
"ALn 668 - Le automotrici d'Italia Volume 1 e 2" di Marco Bottazzi, edizioni Artestampa
"Wikipedia:
https://it.wikipedia.org/wiki/Automotrice_FS_ALn_668"
Pagine fotografiche sul sito:
1400:
https://www.photorail.it/forum/index.php?action=gallery;cat=3552400:
https://www.photorail.it/forum/index.php?action=gallery;cat=3561500:
https://www.photorail.it/forum/index.php?action=gallery;cat=3571600:
https://www.photorail.it/forum/index.php?action=gallery;cat=3581700:
https://www.photorail.it/forum/index.php?action=gallery;cat=3591800:
https://www.photorail.it/forum/index.php?action=gallery;cat=3601900:
https://www.photorail.it/forum/index.php?action=gallery;cat=3631000:
https://www.photorail.it/forum/index.php?action=gallery;cat=3611200:
https://www.photorail.it/forum/index.php?action=gallery;cat=3623000:
https://www.photorail.it/forum/index.php?action=gallery;cat=3643100:
https://www.photorail.it/forum/index.php?action=gallery;cat=3653300:
https://www.photorail.it/forum/index.php?action=gallery;cat=366Altri articoli con storia e fotografie:
ALn 668 su binari minori:
https://www.photorail.it/phr3-gli%20updates/articoli2007/febbraio2007.htmLuglio 2001 - "Duemilaquattro":
https://www.photorail.it/forum/index.php?topic=19279.msg506442#msg506442Febbraio 2004 - "Vecchiaia di una 668":
https://www.photorail.it/forum/index.php?topic=19298.msg507222#msg507222